Priorità: la tutela della salute del donatore
II sistema trasfusionale ha come obiettivo fondamentale la massima tutela del donatore e del ricevente, quindi i professionisti sono tenuti per legge a mettere in atto tutto quello che è necessario per garantire questa tutela ed attuare una importantissima funzione di medicina preventiva. La normativa vigente esplìcita chiaramente quali siano gli esami da effettuare a seconda che si tratti di nuovi donatori o donatori periodici.
Il Decreto 3 marzo 2005 “Protocolli per l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti” stabilisce al Titolo III “Esami obbligatori ad ogni donazione e controlli periodici” art.10 gli esami che devono essere eseguiti obbligatoriamente ad ogni donazione e che sono riportati nell’allegato 7 parte A e B. Inoltre sempre nell’allegato 7 parte C sono stabiliti gli esami che ogni anno devono essere effettuati sul donatore periodico. L’allegato 7 è stato modificato con il DM 5 dicembre 2006 che ha eliminato l’obbligatorietà delle ALT per la validazione biologica delle unità di sangue ed emocomponenti. Il DM 27 marzo 2008 ha esteso la determinazione della NAT anche ad HIV ed HBV.
In tema di esami per il donatore in aferesi è necessario considerare che, per il donatore di plasma che dona con un regime di plasmaferesi continuativa, i controlli periodici devono avere una cadenza almeno semestrale ( allegato 6 – Requisiti del candidato donatore di plasma) e che, per il candidato donatore di piastrine, alla prima donazione e, successivamente, ogni anno deve essere verificata la normalità di PT e PTT ( allegato 6 – Requisiti del candidato donatore di piastrine). Fondamentale ribadire che i Decreti precisano inoltre che il medico trasfusionista può, in aggiunta agli esami obbligatori, prevedere approfondimenti clinici, di laboratorio e strumentali volti ad accertare l’idoneità del candidato donatore.
Qualsiasi alterazione rilevata con esami di laboratorio alla precedente donazione, viene regolarmente ricontrollata per valutare se mantenere il donatore in attività a garanzia anche in questo caso della sicurezza e della qualità. Sia gli esami obbligatori che quelli aggiuntivi richiesti sono esenti da ticket. Non c’è stata nessuna riduzione dei servizi offerti ai donatori, la selezione del donatore è una fase importantissima della donazione e si basa sui l’accertamento dell’idoneità del donatore tramite il questionario, la visita medica e l’esecuzione dì esami definiti dalla normativa, quindi da eseguire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Tutto ciò premesso, in alcuni casi, nelle Aziende si era instaurata l’abitudine di prescrivere esami non sempre riferibili alla donazione, ma piuttosto a richieste del donatore stesso. Uno degli esami tra i più richiesti è il PSA, su questo argomento si è espresso con chiarezza anche il Consiglio Sanitario Regionale su sollecitazione del Prof. Luzzatto il quale ha rimarcato come molti studi internazionali evidenzino non solo l’inutilità dell’esame ai fini della prevenzione del tumore della prostata, ma addirittura la sua pericolosità.
Al fine di recuperare rispetto alle difformità attuali il Centro Regionale Sangue della Regione Toscana (CRS) da tempo ha svolto un lavoro di condivisione con tutte le strutture trasfusionali che ha sanato le situazioni più macroscopiche, al momento attuale il CRS sta operando per la definizione di un protocollo di comportamento univoco in tutta la Toscana, rispettoso dell’autonomia del medico trasfusionìsta, ma in linea con le normative. Tutto ciò non è dettata dalla contingenza economica del momento, ma dall’esigenza di offrire ai nostri donatori un trattamento univoco sul territorio regionale, appropriato, efficiente ai fini di prevenzione che la donazione ha sempre rappresentato, nel rispetto dell’uso etico delle risorse che ci deve sempre guidare.
Quanto sopra deriva anche da precise sollecitazioni delle Associazioni di Volontariato della donazione del sangue, sia a livello regionale che locale che hanno a più riprese richiesto procedure e modulistica unificate, in modo che il donatore ovunque si presenti riceva lo stesso trattamento. E’ chiaro quindi che uniformare i comportamenti anche per quanto riguarda il rispetto della normativa sull’esecuzione degli esami non significa riduzione degli esami stessi per motivi economici, ma solamente rispetto delle normative ed uso appropriato ed etico delle risorse senza nulla togliere agli aspetti di medicina preventiva insiti nel gesto della donazione.
AVIS regionale Toscana